Trovo sorprendenti la levata di scudi e le successive dichiarazioni rese da esponenti pubblici di ogni livello a seguito delle dichiarazioni del Card. Bagnasco in merito all’auspicio espresso circa le modalità di voto del DDL Cirinnà.
Ho trovato paradossale che non ci si rendesse conto della verità che si stava manifestando: la necessità di invocare il “voto segreto” per permettere a ciascuno di esprimere senza timore l’intimo convincimento su una questione che definisce il tipo di società civile in cui vogliamo vivere.
Ho pensato alle nostre famiglie, nelle quali ci si educa all’onestà intellettuale, all’approfondimento degli aspetti quotidiani della vita, che rimandano sempre alla necessità di considerarsi non riferimento assoluto, ma realtà in mezzo agli altri, protesi alla costruzione di una società inclusiva e rispettosa dei più deboli.
In situazioni in cui le questioni normative si intrecciano con tematiche afferenti alla “coscienza personale”, credo non esista disciplina di partito che tenga e ritengo non degne di una società civile le pressioni o le liste di “proscrizione” da qualunque parte esse vengano.
Quale società stanno promuovendo, coloro che si oppongono alla libertà di coscienza, se diventa impossibile riflettere approfonditamente e dare risposte che siano coerenti con il proprio essere e non con la propria convenienza?
A quali mete e modelli i nostri decisori stanno indirizzando ed educando i nostri giovani?
Il modello di famiglia italiana non è un sistema da disarticolare, ma da proporre come sistema che è ancora capace di difendere l’uomo dall’aggressione del sistema economico elevato a realtà ultima di riferimento e di per sé penalizzante le fasce deboli della popolazione.
Qualunque Pantalone non ha risorse infinite, quindi nell’ambito delle risorse finite, non è possibile dare corso all’esaudimento dei desideri di chicchessia, perché ciò porterà inevitabilmente a dover scegliere a chi togliere, che come sempre saranno le classi deboli, anziani, disabili, vedovi e vedove, cioè quelle cui la maggioranza delle famiglie, ancora oggi, da, in vario modo ed a vario titolo, sempre sostegno.
Come in ogni famiglia, che nella complementarietà del maschile e del femminile, pone le basi per la vera comprensione del mondo reale e la vera accoglienza delle differenze, si deve lavorare perché si possa crescere nella libertà di potersi esprimere in coscienza, così in Parlamento si deve agire a difesa della libertà dei Parlamentari affinché possano esercitare quella “libertà di coscienza”, potenzialmente appresa in famiglia, che si tramuta in quella più ampia “libertà di opinione” che è uno dei capisaldi di ogni democrazia.
Come vorremmo che i nostri figli raggiungessero la maturità di una libertà che non è da, ma è per, così anche in questo momento storico, ci auguriamo che i nostri Parlamentari siano degni figli dei nostri Padri Costituenti, a favore della costruzione di una società civile, capace di futuro e di speranza.
Franco Zanoni
Presidente Forum Ligure delle Associazioni Familiari