Apriamo con alcune parole di quanto dichiarato alla stampa dal Presidente del Forum Nazionale delle Famiglie Luigi De Paolo: “Come possiamo credere a chi promette riforme strutturali nella prossima legislatura se non è in grado di dare un segnale già nella prossima legge di stabilità?” ed ancora “siamo arrivati ad un punto di non ritorno“.
Come mai queste parole evidentemente amare e deluse da parte del Presidente?
Ecco quanto, purtroppo, è emerso dalla Conferenza Nazionale che, organizzata dal Dipartimento per le politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il supporto dell’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, aveva tutte le carte in regola per proporre qualcosa di buono per le famiglie italiane.
Infatti, la Conferenza, prevista per Legge con cadenza biennale, ma la cui ultima convocazione risaliva al 2010, sembrava finalmente manifestare un interesse nei confronti della famiglia da parte del Governo ed analogamente lasciavano ben sperare i documenti preparatori, così come i contenuti scientifici preparati dalle strutture governative competenti con il coinvolgimento di esperti qualificati del mondo accademico e di vari rappresentanti del Forum. Inoltre, anche l’alto livello dei partecipanti chiamati ad introdurre, guidare e concludere la Conferenza lasciava presagire – finalmente – una vera attenzione alla Famiglia.
Purtroppo le attese sono state deluse e non da rappresentanti delle istituzioni o da amministratori di seconda o terza fascia.
Seppur in assenza di un Ministro per la Famiglia, erano infatti presenti i seguenti rappresentanti di primissimo piano di governo, parlamento ed amministrazioni centrali, quali:
il presidente del consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni;
la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini;
il Ministro delle finanze, Pier Carlo Padoan;
la Ministra dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Valeria Fedeli;
la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi;
il Presidente dell’INPS, Tito Boeri.
Ma da tale qualificatissimo podio non è pervenuta alcuna risposta. Alcuna risposta concreta di breve o medio periodo, alcuna risposta una tantum o strutturale, alcuna risposta a carattere meramente simbolico.
E’ stato esposto, a volte presentandolo come provvedimento per la Famiglia, quanto già stabilito dal Governo in altre sedi e per altre politiche settoriali, come ad esempio: politiche di genere, politiche di inclusione, politiche per il lavoro giovanile, etc… Tutte politiche legittime, identificate come prioritarie e con sicuri impatti sulla famiglia, ma certamente non pensate per la Famiglia.
Unica certezza – all’interno di una conferenza della Famiglia convocata dal Governo – è che tali politiche settoriali saranno praticate a sostanziale parità di spesa, con una mera redistribuzione degli stanziamenti già in essere e senza alcuno stanziamento ulteriore. Fatto che, evidentemente consente l’attivazione dei nuovi strumenti volti alle politiche settoriali, definiti ed identificati a prescindere dalla famiglia, con parti di spesa già utilizzate per le misure in essere, anche per la famiglia e per le sue esigenze.
Ulteriore, disarmante per spontaneità di proposizione, è la certezza dell’assenza nell’agenda del Governo di interventi a favore della Famiglia, non solo probabilmente dal punto di vista concreto (stante l’apparente assenza ad oggi di proposte in tal senso nella legge di Stabilità), ma anche dal punto di vista programmatico, in merito al quale l’onorevole Boschi ha dichiarato che sarà un tema che verrà affrontato “nella prossima legislatura”.
Coloro che hanno parlato possono essere considerati credibili quando promettono impegno sincero nella prossima legislatura e nel contempo non prevedono alcunché all’interno dell’imminente legge di Stabilità?
Crediamo che il tempo delle promesse di impegno sincero sia scaduto e che sia sufficiente attendere l’imminente legge di Stabilità per vedere se il Governo, in tale sede, introdurrà le misure a favore della Famiglia che non ha esposto nel corso della Conferenza.
Rendere strutturale il bonus bebè, aumentare le detrazioni per i figli a carico, applicare l’IVA ridotta sul latte dei piccoli, intervenire sul congedo parentale in termini di allungamento della durata dell’obbligatorietà e con maggiori coperture economiche per la facoltatività dello stesso, sono solo un elenco parziale e non esaustivo di quanto, volendo, il Governo può immediatamente fare nella prossima legge di Stabilità.
Risposte semplici, non certo di sistema, ma a costi certi e contenuti, che possono operare in un’ottica di riallocazione di risorse che abbia realmente come focus la Famiglia.
C’é un ultimo esame di riparazione a sostegno di una credibilità che vacilla?
Forse sì, la legge di Stabilità appare davvero come l’ultima chiamata a sostegno della credibilità di molti. L’auspicio è che tutto ciò che non è stato esposto dal Governo venga posto in essere nell’ormai prossima legge di Stabilità, poiché la vicinanza delle prossime elezioni politiche, unitamente alla stanchezza di fronte a promesse mai concretizzate, siamo certi che farà valutare la credibilità del Governo sulla base di quest’ultima legge di Stabilità. In tal senso crediamo sinceramente che i provvedimenti a favore della Famiglia – che verranno o non verranno adottati – potranno fare la differenza per gli orientamenti di voto della gran parte di noi.
Le riflessioni elaborate e condivise sono state dunque tempo perso?
Sicuramente non è da accantonare il lavoro sviluppato dagli esperti e dai rappresentanti delle famiglie. Può costituire la base di partenza purché nella prossima legislatura si mettano a calendario riforme strutturali che affrontino temi urgenti quali la denatalità, la fragilità della famiglia, l’iniquità fiscale, gli aspetti educativi. In tal senso auspichiamo che la prossima campagna elettorale coinvolga le forze politiche con proposte concrete in questi campi.
Il Forum, che come si è visto durante la Conferenza, è considerato un interlocutore credibile, continuerà ad esercitare il suo servizio al Paese richiamando la politica a queste attenzioni.