Eminenza Reverendissima, grazie per questa sua presenza qui, con noi, quest’oggi in questa prima Assemblea del 2018. Un anno importante per il Forum perché, proprio 25 anni fa per volontà della Conferenza Episcopale Italiana nasceva questa grande e bella avventura associativa. 25 anni sono un piccolo grande traguardo. Un tempo di bilanci e riflessioni. Un tempo in cui si sceglie cosa fare da grandi. E, anche noi, due anni fa ci siamo trovati davanti a questo bivio, a questa scelta: gettare la spugna o continuare? Galleggiare con un profilo basso o cercare di fare un capolavoro? Mi sembra evidente – e anche la Conferenza Episcopale Italiana a tal riguardo è stata molto chiara – che abbiamo deciso non solo di continuare ad esserci, ma di farlo rilanciando, insistendo, spingendo consapevolmente sull’acceleratore. Eminenza, qui in questa sala, questa mattina, ci sono donne e uomini di buona volontà che ogni santo giorno si spendono e si danno in pasto per il Bene Comune. Ci sono madri e padri coraggiosi che nonostante le difficoltà hanno scelto non solo di mettere al mondo dei figli, ma anche di farsi carico di quei bambini abbandonati aprendo le porte della loro famiglia all’affido. Ci sono presidenti e delegati delle più grandi associazioni italiane che hanno fatto e fanno la storia del nostro Paese. Associazioni che, che mentre noi siamo qui a parlare, silenziosamente, risolvono i problemi di centinaia di migliaia di famiglie in difficoltà. Accolgono e convincono giovani mamme a non abortire, ma a dare fiducia a quella vita che gli nasce dentro. Ascoltano i problemi di chi non poteva avere figli e ha deciso di aprirsi all’adozione. Abbracciano e cercano di offrire risposte concrete a quelle famiglie immigrate che hanno lasciato il loro Paese perché perseguitate per la loro religione. Insegnano a giovani coppie la bellezza dei metodi naturali o confortano quelle donne che sono rimaste senza il marito troppo presto per rassegnarsi. Associazioni che spiegano ai genitori come fare i genitori o ad una coppia che vuole separarsi che vale la pena fare un altro tentativo per stare insieme… Sono quelle che io definisco le cellule staminali, rigorosamente adulte, che silenziosamente, senza clamore e quotidianamente, lavorano per la coesione sociale di questa nostra Italia così bella, ma così in difficoltà in questo periodo. Che, come direbbe lei, ricostruiscono, ricuciono e pacificano il nostro Paese. Quella sussidiarietà spontanea che non viene mai valorizzata abbastanza e che produce un risparmio economico e una ricchezza sociale difficili da quantificare.
Eminenza, questa è la bellezza, la ricchezza e la genialità del Forum inventato 25 anni fa e che risplende ancora oggi. Una galassia di associazioni (ben 565!) unite da qualcosa di cui, oggi, ci si riempie spesso la bocca: la famiglia.
Sì, perché oggi di famiglia parlano tutti, salvo poi non fare nulla. E anche noi, dobbiamo dircelo, abbiamo le nostre responsabilità. Anche noi dobbiamo fare un po’ di autocritica. Anche noi, negli ultimi anni, abbiamo raccontato e difeso la famiglia concentrandoci, giustamente, sulla sua dimensione etico morale. “Tuttavia – come scrive Papa Francesco nell’Amoris Laetitiae – molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità”.
Ecco, piano piano stiamo scoprendo che – come anche lei ha avuto modo di dire in più occasioni – indicare strade di felicità: è il modo migliore per difendere la famiglia. Se la racconti nella sua quotidianità, non ti sarà mai antipatica, ostile. D’altronde, lo dico spesso, se ci siamo sposati non l’abbiamo fatto per il Quoziente Familiare o il Fattore Famiglia – che infatti in Italia non ci sono mai stati. Non lo abbiamo fatto per qualche agevolazione fiscale o perché ce lo hanno detto in parrocchia… Ci siamo sposati perché non c’era niente di più bello. È il racconto di questa bellezza che colora e fa uscire la famiglia da quel grigiore sbiadito di chi, da una parte e dall’altra, vorrebbe trasformarla in un concetto astratto e ideologico. Un concetto che divide, invece che unire.Tuttavia, oggi, fare famiglia, inutile negarcelo è difficile. Questo è il Paese degli assegni familiari che non tengono conto del numero dei figli, ma della tipologia del contratto di lavoro. Questo è il Paese degli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione Italiana quotidianamente disattesi. Questo è il Paese delle separazioni finte perché conviene, perché così mio figlio entra di sicuro al nido. Questo è il Paese che muore demograficamente e che se una famiglia mette al mondo un figlio rischia di diventare povera… Questo è il Paese dove – se non cambia qualcosa – saremo costretti a vedere i nostri figli solamente su Skype perché vivranno a migliaia di chilometri distanza, non per scelta, ma per necessità… Eminenza, la famiglia è la grande occasione di dialogo che abbiamo con il mondo. È la bellezza, il sogno e il desiderio che ci accomunano anche con i non credenti… Per questo il ruolo del Forum è assolutamente specifico ed originale: portare nelle Istituzioni la voce di quel Paese reale, quello sempre meno ascoltato e coinvolto nelle scelte politiche. Quello che la televisione, i giornali e i partiti non intercettano più.
Quella maggioranza silenziosa e di buon senso che potrebbe far ripartire domani questo Paese perchè è il welfare che funziona di più ed è addirittura gratuito. La nostra vera forza è quella di provare a rimanere ancorati alla realtà in un mondo sempre più astratto e ideologico. Il nostro Forum sta provando, Eminenza, ad essere concreto, senza distrazioni. Da due anni stiamo cercando di far capire che i litigi forniscono gli alibi a chi non ha intenzione di cambiare le cose. Le discussioni distraggono dai provvedimenti concreti, dalla ricerca delle soluzioni, dall’azione politica. Le polemiche sono la scusa per rimandare il Fattore Famiglia o un reale progetto di rilancio della natalità in Italia. Non è più il tempo di far analisi. È tempo di sintesi. Questo Paese ha bisogno di politica. Ha bisogno di gente che con senso di responsabilità, prenda decisioni. Per questo abbiamo lanciato il #pattoXnatalità.
Perché volevamo provare a mettere al centro del dibattito politico di questi giorni il tema della natalità e della famiglia. A differenza degli anni scorsi, non abbiamo scritto manifesti programmatici, non abbiamo chiesto “firme”, ma serietà. Abbiamo chiesto un impegno responsabile: inserire il tema natalità e famiglia nei programmi di tutti i partiti politici. In questi mesi ho incontrato direttamente e personalmente tutti i Segretari, Presidenti e/o Portavoce dei maggiori partiti italiani. Chiacchierate franche, molto dirette, senza sconti, dandoci del tu (anche perchè molti sono coetanei) con l’unica preoccupazione di trasformare il tema natalità e famiglia da argomento che – erroneamente – riguarda solamente le nostre associazioni in opinione pubblica. Da interesse particolare in Bene Comune.
E la politica ha risposto al nostro appello in modo trasversale. I leader di tutti gli schieramenti hanno dialogato con il Forum riconoscendogli un ruolo e una leadership chiara sull’argomento in questione.
Il primo obiettivo, lo possiamo vedere dai messaggi che abbiamo ricevuto, è stato raggiunto. Il tema è al centro del dibattito e basta accendere la tv o leggere i giornali per vedere che, finalmente, si parla di fiscalità, famiglia, figli, natalità, asili nido, tasse… come non è stato fatto mai. Abbiamo dimostrato che, cambiando strategia, rompendo, noi per primi lo schema ingessato della par condicio, sul tema della natalità non c’è uno schieramento contro un altro schieramento. Non c’è da sollecitare uno scontro politico tra centrodestra e centrosinistra, tra M5s e altri partiti…
No. Sul tema della natalità c’è solo da remare tutti verso la stessa direzione. C’è da rimboccarsi le maniche coinvolgendo non solo il mondo della politica, ma – e lo sottolineo – anche quello delle imprese, dell’informazione, dei sindacati, delle banche. Magari bastasse fare come (e non è servito nulla) è stato fatto gli anni scorsi.
Credere alle promesse di uno schieramento o dare indicazioni di voto.
Magari fosse così facile: un manifesto di intenti, le firme dei vari candidati, due dichiarazioni alla stampa… e poi non cambia nulla… No. Questa volta abbiamo voluto rompere lo schema di sempre. Abbiamo voluto – per la prima volta – non rischiare di essere manipolati e strumentalizzati dalla politica in campagna elettorale, ma semmai utilizzare il megafono della politica per dare forza e voce ai nostri temi. Questa era ed è la sfida del futuro. Non arroccarci in difesa, ma “attaccare” ponendo temi e questioni. Non rispondere alle sollecitazioni del mondo, ma essere noi “sollecitatori” nel mondo. Perché la sfida del presente e del futuro è e sarà culturale, politica, economica e aggiungo io, mediatica. Così come – e proveremo a coinvolgerla su un’idea che stiamo portando avanti – per rilanciare il tema dell’affido e dell’adozione. Non possiamo dormire tranquilli sapendo che migliaia di bambini non hanno una famiglia.
Non possiamo far finta di niente davanti a questa “carne di Cristo” sofferente. Per questo nei prossimi mesi lanceremo una campagna per informare le famiglie italiane che c’è la possibilità di cambiare la loro vita, in meglio, cambiandola ad un bambino, semplicemente dicendo sì ad una proposta di accoglienza. Quantomeno proveremo ad informarle, poi ci penserà il Signore che scava nel cuore dell’uomo come un tarlo… Oppure – non senza fatica – stiamo girando l’Italia in lungo e in largo per formare amministratori locali sul tema delle politiche familiari.
Eppure non mancano – a dire il vero molto esigue – le critiche. Insomma, come spesso capita in Italia, come fai sbagli. Ma è meglio sbagliare che starsene dietro una tastiera a criticare. Anche perché il Papa lo dice chiaramente uno dei mali del mondo cattolico è la lamentazione, la ricerca costante del capro espiatorio, dell’alibi, del colpevole.
Meglio essere presi di mira perché proviamo a ricordare al Governo (a tutti i Governi e a tutte le amministrazioni, anche locali), che in Italia le famiglie vivono una situazione di discriminazione fiscale e che ci vorrebbe il Fattore Famiglia, piuttosto che trovare sempre la scusa di fare opposizione. A prescindere. Come ha detto lei – e la ringrazio per averlo detto – i cattolici servono per «rammendare il tessuto sociale dell’Italia con prudenza, pazienza e generosità». Solo i cattolici sapranno unire il Paese e non dividerlo, o peggio dividersi tra «cattolici della morale» e «cattolici del sociale». Ecco, ne sono convinto: tra i “cattolici del sociale”, quelli “adulti” per i quali tutto è relativo (matrimonio, famiglia, educazione, vita) e i “cattolici della morale” che stanno sempre a criticare con il ditino puntato chi non la pensa come loro, che fanno l’esegesi al Papa e ai presidenti delle nostre associazioni, ci siamo noi del Forum delle Associazioni Familiari: i “cattolici” senza aggettivi. Quelli semplicemente cattolici. Direi ingenuamente cattolici. Quelli che stanno in mezzo e, mentre i cani litigano con i gatti, si tirano su le maniche e rammendano.
In silenzio, senza clamori, senza dover pubblicizzare ogni cosa che fanno. Con pazienza e generosità. Eroi silenziosi che cambiano la storia senza dover mettere manifesti, senza rivendicare i loro meriti. Ecco, noi semplicemente cattolici, ingenuamente cattolici, non ci rassegniamo e ci proviamo. Sempre, comunque e con tutti! Dicevo: la forza del Forum deve essere quella di rimanere ancorati alla realtà, alla concretezza. Un esempio? La cosiddetta ideologia del gender, che preoccupa non pochi genitori, siamo riusciti a circoscriverla e limitarla in questi anni provando a ricreare la gioia della partecipazione dei genitori negli organi democratici e collegiali delle scuole. Questo è quello che abbiamo fatto e continuiamo a fare attraverso il progetto “Immischiati a scuola” di cui abbiamo parlato in qualche occasione e ha coinvolto migliaia di genitori in tutta Italia che hanno scelto con gioia di starci, di non rassegnarsi, di studiare e di dare il loro contributo nelle scuole dei loro figli. Eminenza lei dovrebbe vedere la bellezza e la concretezza di questi giovani genitori che oltre ad occuparsi dei progetti sull’affettività, si occupano anche delle finestre rotte, dei tetti in amianto, dell’approvazione di delibere scolastiche che tengano in considerazione una sorta di quoziente familiare per le attività extrascolastiche a pagamento… Un impegno politico vero e gratuito. Una semina silenziosa che sta portando frutti insperati. Ed è su questi temi che sono riusciti a creare un consenso anche con chi non la pensava come loro. È su questi temi che hanno ricevuto la fiducia degli altri genitori e delle altre famiglie che gli stanno dando carta bianca anche quando si tratta di ammettere o non ammettere un progetto di quelli che, qui in questa sala, non ho dubbi, non piacciono proprio a nessuno! E sapesse quanto impegno per riuscire a stare ogni giorno sul pezzo. Per evitare le polemiche sterili che, poi, ricadono sulla pelle dei nostri figli. Nel mondo, ma non del mondo! Lo sforzo e la fatica della democrazia delle nostre associazioni a confronto con la rapidità e le semplificazioni di chi non ha bisogno di confrontarsi. La stanchezza di decine di telefonate ai vari presidenti per prendere una decisione condivisa. Le riunioni che durano (come ieri) 10 ore per confrontarsi fruttuosamente con responsabili associativi provenienti da ogni regione italiana. Difendere, nonostante le sollecitazioni del mondo a decidere ogni cosa semplificando ed evitando l’ascolto, la nostra vocazione ecclesiale in una realtà formata dalle differenti visioni delle varie associazioni. Eminenza chiediamo a voi vescovi di ricordarci sempre la nostra vocazione Istituzionale. Soprattutto quando sopraggiunge la tentazione di sbattere le porte, di lasciare i tavoli dove siamo presenti o di urlare in faccia al mondo le cose che non vanno. La tentazione del comunicato stampa rabbioso che produce un istantaneo successo mediatico, ma che rischia di rovinare il lavorio incessante e fruttuoso, proprio della nostra mission… Ci aiuti a ricordare che se in alcune situazioni ci siamo o non ci siamo non è la stessa cosa.
Che far sentire la voce delle famiglie in una riunione al Ministero o in un incontro con il Sindaco di questa o quella metropoli è, anche se non lo vediamo subito e immediatamente, lavorare e seminare per il Bene Comune.
D’altronde, senza fare polemiche politiche, sono convinto che, se l’Italia oggi è come un terreno che non dà frutti, non è perché non sia potenzialmente fertile, ma principalmente perché è stato mal coltivato. Il vero problema è far capire alle Istituzioni a tutti i livelli, che le famiglie non vogliono elemosina, ma giustizia. Le famiglie non chiedono aiuto allo stato, vorrebbero semplicemente che lo stato le mettesse nelle condizioni di aiutarlo. Quanta fatica per far comprendere a Sindaci, Governatori e Ministri che la famiglia non è un malato da curare, ma la cura del malato.
Concludo. Eminenza grazie ancora della sua presenza. In questi due anni ho incontrato non tanto presidenti di associazioni, ma amici. Gente vera che gratuitamente si sacrifica per qualcosa di cui, lo sappiamo tutti, non riuscirà a vedere i frutti. Gente che preferisce seminare piuttosto che combattere. Gente che si diverte perché sa di essere al posto giusto.
Feb 26
Intervento all’Assemblea del Forum del Presidente Nazionale Gigi De Palo
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